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LA GEOGRAFIA DEL BATS

La storia e l'arte delle Marche

Bronzi di Pergola    

L'Antichità

Nell'età del ferro è forte l'influenza etrusca del periodo villanoviano, mentre dal VI secolo a.C. inizia l'influenza artistica dei Greci. Notevoli sono le necropoli picene (Pianello di Genga, Numana, Fermo) e galliche (Montefortino di Arcevia e Santa Paolina di Filottrano). I resti d’epoca romana nelle Marche sono numerosi: le mura di Osimo, l'Arco di Augusto a Fano, le cisterne a Fermo, l’Arco di Traiano ad Ancona, la porta Gemina ad Ascoli Piceno, la galleria del Furlo sulla via Flaminia, le rovine di Urbs Salvia, Helvia Recina e Faleria, oltre alle diffuse opere architettoniche e idrauliche sparse sul territorio. Molto importanti sono anche i mosaici e le sculture, in particolare il famoso gruppo bronzeo rinvenuto a Cartoceto, nei pressi di Pergola.

  

Duomo di Fermo

Il Medioevo

In architettura alle elaborazioni locali, come il caratteristico presbiterio elevato dell'antica Pieve di San Leo poi diffuso in tutta la regione, si affiancano gli influssi provenienti dall'Oriente, da Ravenna e dalle altre regioni italiane. Esempi notevoli del romanico sono le chiese di San Ciriaco e Santa Maria della Piazza di Ancona, Santa Maria di Portonovo, San Vittore alle Chiuse, San Claudio al Chienti, Santa Maria a Piè di Chienti, il battistero e Santissimi Vincenzo e Anastasio di Ascoli, San Vincenzo al Furlo, l’abbazia di Fonte Avellana, la Pieve e il duomo di San Leo; da non dimenticare opere civili come il palazzo del Senato di Ancona, l'Arengo di Ascoli e la fontana di Fabriano. Le abbazie benedettine di Chiaravalle di Fiastra e di Chiaravalle anticipano il passaggio al gotico, che si ritrova nelle chiese di San Francesco di Fermo, San Francesco di Ascoli Piceno, San Marco di Jesi, nei portali veneziani delle chiese di Pesaro e Ancona e soprattutto in numerosi edifici civili, palazzi e rocche. In pittura sono notevoli le influenze giottesche attraverso le opere degli artisti riminesi e toscani, mentre si formano le prime scuole a Camerino, Fabriano (Allegretto Nuzi) e San Severino (fratelli Salimbeni).

  

Raffaello

Il Rinascimento

Le vivaci corti dei Montefeltro e degli Sforza raccolgono gli stimoli del rinascimento fiorentino: a Urbino sotto il conte Federico da Montefeltro, un vero "principe rinascimentale", viene costruito il palazzo Ducale dove lavorano artisti quali Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini, Paolo Uccello e Piero della Francesca. In questo clima si formano il Bramante e Raffaello Sanzio. Contemporaneamente si apre il cantiere della basilica di Loreto, in cui lavorano Giuliano da Sangallo, Bramante, Andrea Sansovino, Luca Signorelli, Melozzo da Forlì. Da ricordare anche l'opera architettonica di Francesco di Giorgio Martini, che ha costruito il palazzo della Signoria di Jesi e numerose rocche tra cui Sassocorvaro, Cagli e Mondavio. Tra il quattrocento e il cinquecento giungono in regione i pittori veneti Crivelli, Tiziano e Lotto, mentre sotto i Della Rovere lavorano i Dossi e il Bronzino. Nel frattempo le officine di Pesaro, Urbino e Casteldurante (l'odierna Urbania) iniziano a produrre ceramiche di alta qualità.

 

Sferisterio di Macerata

Dal Seicento ad oggi

Nel Seicento si afferma una corrente manierista che guarda ai modelli classici (Brandani, fratelli Zuccari, Barocci, Tibaldi, De Magistris) in un periodo che diventa sempre più rigido e formale a causa della Controriforma. Aumenta il legame con Roma, con forti influenze del caravaggismo portato da Orazio Gentileschi su artisti locali quali il Guerrieri, mentre alcuni artisti marchigiani (Sassoferrato, Maratta, Ghezzi) influenzano a loro volta l'ambiente romano, anche se si va esaurendo la creatività originale e il manierismo classico non permette la diffusione del barocco. In questo periodo affluiscono nelle Marche le opere di Rubens, Guercino, Guido Reni e Carracci.
Nel Settecento vengono effettuati interventi architettonici sulle città, affidati spesso a grandi artisti, il più importante dei quali è Luigi Vanvitelli, con il suo linguaggio architettonico di rottura rispetto al Seicento: egli realizza opere ad Ancona, Macerata e Pesaro riconoscibili per il neoclassicismo elegante e per l'uso del mattone a vista.
Nella prima metà dell'Ottocento le Marche sono quasi immobili dal punto di vista culturale, a parte alcuni pittori tra cui il Podesti. A fine secolo si registra una ripresa dell'attività artistica, stimolata dalla corrente liberty, e nel Novecento sono da ricordare l'astrattista Osvaldo Licini e il pittore Scipione, oltre all'industria delle ceramiche di Pesaro, Urbania e Urbino.

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