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LA GEOGRAFIA DEL BATS

La storia delle Marche

L'ETA' DEI ROMANI

Ascoli Piceno - Porta Gemina
Ascoli Piceno
Porta Gemina
 

L'età repubblicana

Nella prima metà del III secolo a.C. le Marche vennero in contatto con Roma e nel 299 a.C. i Piceni stipularono un trattato di alleanza con i Romani per contrastare l'espansione dei Galli. Nel 295 a.C. l’alleanza sconfisse Sanniti, Galli, Etruschi e Umbri nella storica battaglia sul fiume Sentinum, nei pressi dell’attuale Sassoferrato.

Negli anni seguenti i Romani presero progressivamente il controllo di tutta la regione, fondando la colonia di Sena Gallica nel 283 a.C. e annettendosi verso il 280 il territorio a nord dell'Esino (ager Gallicus). Le mire espansionistiche di Roma misero fine all’alleanza con i Piceni, che sentendosi accerchiati si ribellarono giudati da Ascoli, ma le sommosse furono domate dalle campagne romane del 269 e del 268 a.C.: parte della popolazione fu deportata nella provincia di Salerno, il territorio venne annesso alla Repubblica e iniziò il processo di romanizzazione. Vennero progressivamente fondate le colonie di Firmum (264 a.C.), Aesis (247 a.C.), Pisaurum e Potentia (184 a.C.), Auximum (157 a.C.), mentre restarono indipendenti soltanto Ancona, città greca, e Asculum, il caput gentis del Piceno. L'Adriatico venne collegato alla capitale con la sistemazione e la pavimentazione di due grandi strade consolari: la Salaria, la "via del sale" che attraverso la Sabina transitava per Ascoli e terminava sulla costa, e la Flaminia (220 a.C.), che attraversava l'Umbria, raggiungeva il mare a Fano e proseguiva per Pesaro fino a Rimini, dove si collegava alla via Emilia.

Durante la seconda guerra punica la regione fu saccheggiata nel 217 a.C. dai Cartaginesi, mentre nel 207 a.C. le truppe romane guidate dai consoli Livio Salinatore e Claudio Nerone sconfissero sul fiume Metauro l’esercito di Asdrubale, fratello di Annibale. Nella guerra sociale tra gli italici e Roma del 91-89 a.C. Asculum si distinse come uno dei principali centri degli insorti e nella repressione si distinse la famiglia dei Pompei, mentre nella guerra civile del 49 a.C. il Piceno fu occupato dalle truppe di Giulio Cesare. In seguito le terre della regione furono assegnate ai fedelissimi veterani che avevano seguito Cesare nelle sue vittoriose campagne militari.

L'età imperiale

Sotto Augusto la regione venne divisa tra la Regio V (Picenum), che comprendeva anche parte dell’Abruzzo, e la Regio VI (Umbria et ager Gallicus), che andava dal Tevere fino all’Adriatico, divise tra loro dal fiume Esino. La partizione non aveva carattere amministrativo, perché nel mondo romano il governo era affidato alle singole città, i municipia. Sotto l'impero Ancona divenne di importanza strategica, sia a livello militare che economico e il suo porto venne ampliato e potenziato sotto Traiano (53-117 d.C.): proprio da Ancona Traiano salpò per la vittoriosa guerra contro i Daci, avvenimento immortalato sulla Colonna Traiana a Roma.

Lentamente le popolazioni italiche vennero equiparate a quelle dell'impero e nel 212 d.C. l'imperatore Caracalla concesse la cittadinanza a tutti i popoli dell'impero. Nel 297 d.C. Diocleziano strutturò l'attuale territorio marchigiano nella regione Flaminia et Picenum dipendente dal vicariato di Roma, mentre alla fine del IV secolo la regione a nord dell’Esino fu posta sotto il vicariato di Milano. Nel frattempo iniziarono le invasioni barbariche e, anche se nel 270 d.C. l'imperatore Aureliano sconfiggeva al Metauro i germani Jutungi, il territorio romano diventò con il passare del tempo sempre meno sicuro. Verso il 408 d.C. Alarico invase e saccheggiò il Piceno, riuscendo nel 410 d.C., otto secoli dopo i Galli di Brenno, a guidare i suoi Goti verso Roma senza incontrare alcuna resistenza.

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