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La storia del Torino

Il Torino (nato dalla fusione del Torinese F.C. con un gruppo di dissidenti della Juventus guidati da Alfred Dick) venne fondato a Torino il 3 dicembre 1906 in una sala della birreria "Voigt": il primo presidente eletto fu Hans Schoembrod e il colore scelto per le maglie fu il granata. La prima partita amichevole contro il Pro Vercelli risale al 16 dicembre 1906 e nel 1907 il Torino disputò il suo primo campionato italiano, giocando al Velodromo Umberto I.

Dal 1912 al 1924 la squadra fu guidata da Vittorio Pozzo e nel 1921 fu giocata una delle più lunghe partite mai disputate: la semifinale contro il Legnano terminò 1-1 e al terzo supplementare dopo quasi tre ore di gioco le squadre si arresero per la stanchezza e si ritirarono dal torneo. Negli anni seguenti il Conte Marone di Cinzano portò ain granata il favoloso trio Baloncieri, Libonatti e Rossetti e nel 1927 il Torino vinse il suo primo scudetto, poi revocato in seguito alla scoperta di una combine con il giocatore della Juventus Allemandi. L'anno successivo i granata giunsero di nuovo in testa alla classifica e il 22 luglio 1928 conquistarono il loro primo Scudetto.

Nel 1933 Adolfo Baloncieri si ritirò dedicandosi al settore giovanile (i cosiddetti "Balon Boys") e l'11 giugno 1936 il Torino vinse la sua prima Coppa Italia (in finale Torino-Alessandria 5-1). Finalmente nel 1939 Ferruccio Novo assunse la carica di Presidente e costruì pezzo dopo pezzo il Grande Torino: nel 1940 esordì Ossola, nel 1941 arrivò Gabetto, nel 1942 giunsero dal Venezia le mezzali Loik e Mazzola. La stagione 1942-43 fu dominata dal Torino che vinse Scudetto e Coppa Italia. Dopo il secondo conflitto mondiale arrivarono altri campioni e i granata vinsero per quattro volte consecutive lo Scudetto. Nel 1947 la nazionale sconfisse a Torino l'Ungheria per 3-2 e vestivano la maglia azzurra ben 10 giocatori granata!

Ma il 4 maggio 1949 avvenne la grande tragedia: di ritorno da un'amichevole a Lisbona l'aereo sul quale viaggiavano giocatori, dirigenti, tecnici e giornalisti si schiantò contro la Basilica di Superga e nessuno sopravvisse. Il Torino venne dichiarato Campione d'Italia a 4 giornate dalla fine del campionato, terminato con la squadra Primavera.

Dopo la tragedia Novo non riuscì più a ricostruire una squadra competitiva e il periodo di declino toccò il fondo nel 1959 con la prima retroccessione in serie B. Ma la squadra guidata da Senkey ritornò subito in serie A e furono ingaggiati i campioni britannici Dennis Law e Joe Baker, genio e sregolatezza. Negli anni seguenti, sotto la guida di Orfeo Pianelli, giunse un periodo di piazzamenti a metà classifica, ma nel 1967 un auto investì lo sfortunato Gigi Meroni, che morì in ospedale. Nel 1969 esordì in prima squadra Paolino Pulici e nella stagione 1971-72 la squadra guidata da Gustavo Giagnoni giunse molto vicina allo scudetto. Dopo che nel 1973 arrivò Francesco Graziani, destinato a formare con Pulici una coppia molto affiatata, i "gemelli del gol", l'ingaggio di Luigi Radice portò il Torino a vincere il 16 maggio 1976 al Comunale il suo settimo e ultimo Scudetto.

L'anno successivo fu giocata l'unica Coppa dei Campioni della storia, terminata a Mönchengladbach in 8 contro 11 e "Ciccio" Graziani in porta, mentre in campionato non bastò conquistare 50 punti su 60 per aver ragione della Juventus, che beffò i granata raggiungendo i 51 punti. Gli anni successivi furono anomini, finché nel 1982 Orfeo Pianelli lasciò la guida della squadra a Sergio Rossi. Nel 1984 ritornò Gigi Radice e venne ingaggiato il fuoriclasse brasiliano Junior, grazie al quale e la squadra raggiunse il 2° posto dietro alla sorpresa Verona. Nel 1987 lasciò anche Sergio Rossi e la squadra precipitò in serie B. Con l'arrivo di Borsano e grazie ai tanti giovani del vivaio si ritornò subito in A, raggiungendo l'anno successivo la zona Uefa e conquistando la decaduta Mitropa Cup sotto la guida di Emiliano Mondonico. Nel 1992 il Torino, fermato da 3 pali, pareggiò per 0-0 la gara di ritorno in casa dell'Ajax e perse la finale di Coppa Uefa, mentre l'anno successivo arrivò l'ultimo trofeo, la Coppa Italia.

Ma intanto la crisi societaria, che aveva portato la squadra sull'orlo del fallimento, obbligò Calleri a ripianare i debiti vendendo giocatori e tagliando le spese, sacrificando anche il settore giovanile; la società sopravvisse ma nel 1996 la squadra retrocesse in serie B, per rimanerci tre stagioni, finché al terzo tentativo si ritornò in A. Il 2000 portò ad un'altra retrocessione mentre la società passava nelle mani di Francesco Cimminelli: guidati dall'allenatore della Primavera Giancarlo Camolese i granata ritornarono immediatamente in A e dopo una stagione relativamente tranquilla sprofondarono all'ultimo posto nella stagione 2002-2003, dopo ben tre cambi di allenatori.

Alla seconda stagione in B la squadra giunse ai playoff e affidata a Renato Zaccarelli vinse lo spareggio per la  serie A, ma nell'estate 2005 il Toro rischiò di sparire dalla scena del calcio italiano! Per fortuna la squadra venne rilevata da Urbano Cairo e con il nome di Torino F.C. potè ripartire dalla serie B. Sotto la guida di De Biasi il Torino riconquistò con i playoff il diritto di tornare in serie A, proprio quando lo scandalo Moggi retrocesse per la prima volta in serie B i cugini bianconeri. I primi anni in serie A furono complicati, e mentre il Torino festeggiava il centenario la squadra si salvò nelle ultime giornate per due anni di seguito sempre con il ritorno di De Biasi. Nel 2009 il Torino, dopo l'ennesimo riciclo di allenatori, ritornava in serie B, nella quale resterà per altre due stagioni seguenti con avvicendamenti in campo nel mercato di gennaio e in panchina con allenatori esonerati e poi richiamati.

Nell'estate del 2011 la squadra venne affidata all'esperto Ventura, che dopo aver riportato il Torino direttamente in serie A senza passare per i playoff, resterà alla guida dei granata per altri 4 anni in serie A. Nel 2014 il Torino arriva 7° con i gol della coppia Cerci-Immobile, tornando in Europa mentre Ciro Immobile conquistava il primato da capocannoniere. Anche dopo l'addio di Ventura i campionati seguenti furono meno sofferti e Andrea Belotti rappresentava in campo lo spirito del granata che non si arrendeva. Dopo tre stagioni a metà classifica con Mihajlovic e Mazzarri, nel 2020 e nel 2021 fu necessario rivolgersi a metà campionato prima a Moreno Longo, poi a Davide Nicola, per salvarsi al fotofinish ed evitare la retrocessione.

Gli ultimi anni sotto la guida di Iuric hanno portato salvezze più tranquille, anche se ogni anno per continuare la dirigenza si sentiva costretta a vendere qualche pezzo pregiato e una parte del popolo granata esprimeva la sua delusione per l'impossibilità di puntare a posizioni più prestigiose. Nel 2024, dopo aver ceduto Buongiorno e Bellanova, il Torino di Vanoli partiva per l'ennesima stagione sofferta.


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