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U.S. VICTORIA LIBERTAS PESARO

La storia dalle origini al 1974

La pallacanestro pesarese era iniziata nel 1938, quando in città era apparso il seguente messaggio: "Tutti coloro che intendono praticare lo sport della palla al cesto debbono trovarsi alle ore 18 di mercoledì e venerdì nella palestra Carducci. Sarà presente un istruttore federale."

La Victoria Pesaro nacque ufficialmente il 1° luglio 1946 Sandro Riminucci al campo di Viale Vittoria e nel 1946/47 partecipò al suo primo Campionato Nazionale in Serie B. Guidata dall'indimenticato pioniere Agide Fava conquistò nel 1950 con lo spareggio di Pavia la storica promozione in Prima Serie. Nel 1952 la squadra juniores, che annoverava tra le sue fila l'"angelo biondo" Sandro Riminucci, vinse il suo primo Campionato Italiano, successo bissato nel 1956 dalla squadra guidata dal "ragno" Franco Bertini. Perso Riminucci, salito a Milano a collezionare trofei con le "scarpette rosse" della Simmenthal, la società abbinata al marchio Benelli abbandonò il campo all'aperto in Viale della Vittoria per trasferirsi al Palasport di viale Marconi (l'hangar che diventerà il santuario del basket pesarese) e schierò i suoi primi stranieri: l'americano Tony Vlastelica, che vinse la classifica cannonieri nel 1957, il greco Matheou, proveniente da Varese, e l'americano nero Al Innis, capocannoniere del 1959. Con gli sponsor Lanco e Algor la Victoria guidata da Nino Cescutti, miglior marcatore del 1960 e del 1962, si mantenne a metà classifica per alcune stagioni finché nel 1963 dopo gli spareggi retrocessione scese in serie A, la seconda serie di allora.

Dopo qualche anno risalì in prima serie (che da quell'anno aveva preso il nome di Serie A) fondendosi con l'altra squadra di Pesaro, la Libertas, e salvandosi agli spareggi retrocessione. Nel decennio successivo l'Unione Sportiva Victoria Libertas, sponsorizzata da Butangas, Boario e dal consorzio di mobilieri pesaresi Maxmobili, sostituì Fava con il varesin-virtussino Alesini e lo slavo Sinkovic, ingaggiando americani solidi, anche se non eccelsi, che insieme all'italo-argentino Carlos Ferello e ai vari Bertini, Paolini, Gurini, Paolo e Santo Rossi portarono sempre la squadra intorno all'ottavo posto, mentre lo scudetto restava un affare privato tra Simmenthal Milano e Ignis Varese. Nel 1973 giunse come straniero lo slavo Skansi, ormai a fine carriera, che avrebbe legato il suo nome alla squadra nel decennio successivo, e purtroppo l'anno seguente la squadra retrocesse in Seria A2, appena creata in seguito alla riforma del campionato.

I campionati dal 1947/48 al 1973/74

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