Santa Maria di Portonovo (Ancona) |
Dopo la caduta di Roma sia Ancona che Pesaro fanno parte della Pentapoli
Marittima, dipendente dai Bizantini dell'Esarcato di Ravenna, e con l'intervento dei
Franchi vengono cedute allo Stato della Chiesa.
Distrutta
dai Saraceni nel IX secolo, Ancona riesce a riprendersi rapidamente e nel X-XI
secolo si organizza in libero comune, entrando in competizione con Venezia e sviluppando
fiorenti traffici marittimi con l'oriente. La città dorica stabilisce fondachi e
consolati a Costantinopoli, in Romania, Egitto e Siria. Nei secoli seguenti difende
eroicamente la propria libertà nei ripetuti assedi delle truppe imperiali ed
entra in
competizione con le vicine Jesi, Osimo e Macerata. Pesaro, devastata dalla guerra
gotica (535-553 d.C.), passa successivamente sotto Eruli, Goti, Bizantini e Longobardi
e diventa libero comune nel XII secolo, parteggiando per i ghibellini. Dal 1285 è
governata dalla famiglia dei Malatesta, i quali riescono ad occupare anche Ancona dal 1348
al 1355. Nel 1383 gli Anconetani espugnano e distruggono la Rocca di San Cataldo fatta
ristrutturare dal cardinale Albornoz, e i Priori delle Arti e dai Gonfalonieri di
Giustizia di Firenze inviano al Senato Anconitano il seguente messaggio: "Avete finalmente scosso, amici carissimi, il giogo del vostro
selvaggio che il presidio dell'inespugnabile rocca vi teneva sopracapo! O uomini che
diffondete l'odore delle virtù dei vostri progenitori! O veri italiani!" |